La trasmissione di ieri presa diretta mi ha confermato ciò che già pensavo che molti dei luoghi della rete, quelli sopratutto frequentati dai giovanissimi, sono a contenuto zero, infatti non si può nemmeno usare la definizioni di contenuti web in quanto questi sono solo dei luoghi virtuali senza contenuto, luoghi fatti di immagini e di storie senza peso specifico. Il mio terrore nasce quando capisco che i nostri figli fagocitano atomi senza massa celebrando questi eroi che si arricchiscono economicamente senza arricchire nessuno culturalmente, creativamente, tanto meno affettivamente, questi eroi post moderni esseri virtuali, vivi ma irreali, sono il risultato di infiniti competitivi casting che portano pochissimi ragazzi al successo e i restanti milioni condannati all’illusione di diventare come loro ma di fatto a rimanere follower a vita e quando la consapevolezza della realtà dell’insuccesso, dell’assenza di fama si palesa crudele, quando i like non si incrementano, si ritirano per sempre nella loro stanza di adolescenti diventando ritirati sociali.
La sofferenza dell’anima perlomeno in passato era motore creativo di poesia, di ricerca interiore, di estetica, ma gli hikikomori (appunto i ritirati sociali) non producono niente di questo, continuano solo a navigare non nel mare delle emozioni e dei sentimenti ma nella rete delle banalità.
E’ tristissimo, molti hanno festeggiato la fine delle ideologie senza pensare che erano proprio queste ad evitare alle vecchie generazioni questo perdersi nelle banalità, questo perdersi senza eleganza.
Perché i giovani non si ribellano?
Quanto era estetica una molotov lanciata contro il potere?