Questa è la semplice logica della politica, in quanto pochi scontenti anche se infuriati neri, sono pochissimi voti per la politica, questo il motivo per cui si sente tanto parlare di disoccupazione giovanile e meno della disoccupazione delle persone più mature che per ovvi motivi è molto più grave di quella giovanile. Chi è giovane può sempre emigrare, ha ancora una famiglia alle spalle, chi è vecchio non è ben accetto specie in Italia nelle startup e la famiglia la deve mantenere.
Questo spiega perché chi sta veramente male non viene aiutato a favore di chi sta solo maluccio, questo spiega il perché Renzi ha preferito dare 80€ a coloro (tanti) che dopotutto non ne avevano bisogno piuttosto che darne magari 500€ a coloro (pochi) per i i quali avrebbero veramente fatto la differenza. Il neo nano successore ideologico del nano di Arcore sostiene che dare qualcosa a chi non è con l’acqua alla gola aiuterebbe a fare ripartire l’economia, big bullshit, se l’intento fosse stato quello di dare un impulso ai consumi e non quello di avere un preventivo consenso elettorale, avrebbe dovuto investire quei soldi per esempio nella banda larga, in ricerca e sviluppo, nella ristrutturazione delle scuole, ecc.
Per chi è nella merda profonda è meglio una devastante crisi economica che una piccola crisi economica, vale la stessa logica delle malattie, è meglio ammalarsi di una grave malattia pandemica che di una malattia anche meno grave ma con pochi casi circoscritti, perché nel primo caso le industrie farmaceutiche investiranno milioni e milioni pensando poi di guadagnarne miliardi, nel secondo caso non si disturberanno nemmeno di dare un nome alla patologia.
In una grossa crisi economica la classe politica cercherebbe di correre ai ripari velocemente cercando di aiutare tutti ed i politici più che pensare al consenso penserebbero a salvare le palle e comunque il successo delle conseguenti manovre politiche porterebbe anche indubbiamente consenso elettorale ed essendo il malessere diffuso le strategie saranno atte ad aiutare la maggior parte delle persone, quindi aumenterebbero le probabilità per ognuno di usufruire di politiche di crescita. Al contrario in una crisi economica seppur seria ma non devastante i politici metteranno sempre come primo obbiettivo il consenso elettorale, senza per altro rischiare più di tanto, in questo caso chi si trova nelle condizioni peggiori rimarrebbe comunque una minoranza, quindi le probabilità che le politiche di crescita attuate siano vantaggiose anche per lui sono molto basse, nella logica che è meglio scontentare tanto pochi che scontentare poco tanti.
La classe politica si nutre di diseguaglianze.