Cloud Atlas: dalla peggiore società distopica al manifestarsi di un universo utopico.

Cloud Atlas: dalla peggiore società distopica al manifestarsi di un universo utopico.

Cloud Atlas è uno di quei film gradevoli e comprensibili che si può vedere più di una volta senza annoiarsi ed ad ogni reiterata visione scoprire nuovi aspetti della storia. Per me che infantilmente odio i brutti finali (nel senso banale dell’affermazione, cioè quando il film ‘finisce male’) è ancora più gradevole. Mi da serenità il fatto di passare da una soffocante distopia, come per i cloni usati come schiavi e che addirittura nutrono se stessi morendo, ad un utopico futuro su di un altro pianeta, dove il massimo del progresso portato dalla tecnologia si rappresenta nella figura di un vecchio che racconta in una improbabile lingua ai sui nipoti genetici e meno, dei tempi che furono sul pianeta terra. Insomma una emancipazione da una vita di cupezza, terrore, meschinità, codardia e nazismo sotto varie forme verso una ben meritata utopia.Cloud atlas
L’utopia nel film si estende in qualche modo per tutto il percorso umano, sotto forma di un destino che può solo riportare l’uomo ad una sua naturale dimensione di per se simmetricamente giusta, come dire che tutto è destinato a tornare alla sua dimensione originaria e che questa per sua natura premia gli aspetti più meritevoli dell’essere umano. Senz’altro una visione positiva di un universo in apparenza e solo in apparenza soffocante e distopico.

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