Questa non è solo una crisi economica

Questa non è solo una semplice crisi economica, anche per questo non si riesce ad uscirne. Chi è in possesso di un cervello ha capito che quella in atto non è una crisi economica, ma si tratta del collasso, del fallimento dei modelli economici liberisti dell’occidente, il collasso del capitalismo. Quello che sta avvenendo è l’avvisaglia di qualcosa di molto più grosso, i piccoli terremoti socioeconomici sono l’annuncio dell’arrivo del big one. Il fatto che la crisi non sia uguale dappertutto, è determinato da alcune peculiarità di qualche paese che ancora e ripeto ancora non soffre come noi la crisi.
1) le diverse tempistiche di entrata nel mercato libero delle nazioni, chi è entrato dopo come i paese ex comunisti vivono ancora un periodo di relativo sviluppo, quello che paesi come l’Italia hanno esaurito da parecchio. Essendo all’inizio della parabola capitalista le richieste economiche ed i bisogni dei lavoratori sono al momento molto più basse rispetto a i lavoratori che hanno vissuto la fase più ascendente della parabola capitalista.
2) Avere un moneta diversa dall’Euro, come il Regno Unito, ciò gli permette di attirare tutti gli investitori spaventati dall’area Euro. Investitori che nel UK creano anche attività nuove, quindi creano occupazione.
3) Chi come la Germania ha nel tempo sviluppato una tecnologia superiore ad ogni altro paese, una organizzazione del lavoro sburocratizzata unica nel mondo, i prodotti tedeschi sono altamente competitivi e affidabili quindi i più venduti, questo crea sviluppo.
4) least but not last quei paesi che hanno a disposizione le materie prime che noi come Spagna Portogallo e Francia non abbiamo, questa è una ricchezza in se che però determina delle ricchezze ma non per tutti i cittadini.

Nel prossimo futuro succederà come per la legge dei vasi comunicanti che ci sarà un livellarsi dei problemi, i lavoratori a basso reddito vorranno a mano mano più reddito, gli imprenditori delocalizzeranno  fino a che non ci sarà più da delocalizzare.Quindi la crisi sarà un problema generalizzato e senza vie di fuga per gli investimenti. Quando ciò accadrà, quando non ci saranno più isole felici, il capitalismo liberista sarà veramente globale, a quel punto la crisi sarà pandemica. Quando i modelli economici saranno tutti veramente identici, quando sarà vera globalizzazione una qualsiasi crisi a mio avviso innescherà una massa critica e come per l’uranio 235 sarà una deflagrazione enorme. Quando la crisi sarà pandemica scoppieranno rivolte, i ricchi privilegiati si difenderanno con le armi ma verranno sopraffatti dal numero. Le guerre che in passato servivano a ricaricare la molla del capitalismo assenti da più di mezzo secolo torneranno sotto forme diverse, come guerriglie, guerre civili, guerre di territorio, guerre di classe.
A meno che molto prima le persone di buona volontà non si ribellino alle già attualissime ingiustizie e spingano i governi a destrutturare e ristrutturare i modelli produttivi, limitando se non azzerando la finanza, riducendo drasticamente le ore lavorative, passando da una economi di crescita ad una di equilibrio, forse con una fase intermedia di decrescita.

 

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