Un telescopio in meno che scruta la realtà alla ricerca della verità.

Ci ha lasciato Margherita Hack una delle poche persone degne di rispetto in questo paese. una donna di scienze, un’atea, per lei Dio era solo una scorciatoia, un contentino per menti banali, una alternativa alla fatica di capire. Come i veri scienziati lei non cercava solo le risposte, ma le verità, riconoscendo i limiti della scienza, la quale cerca di capire i ‘come’ , i ‘quando’ , e i ‘dove’ ma non i ‘perché’ in quanto ‘perché’ è l’avverbio per antonomasia antropocentrico, per cui antitetico alla ricerca che per sua natura deve partire da una prospettiva eterocentrica , la  cosa dovrebbe essere scontata per un ricercatore, ma specie nel nostro paese non lo è. In un paese di ottusi fedeli, di obbiettori di incoscienza, di baciapile che hanno spento il loro cervello da tempo, per cercare le loro risposte pescando nelle Una grande astronomabanalità di pellegrinaggi e letture religiose, in questo paese di merda, dove i politici che non sono in qualche modo condizionati dal vaticano sono una rarità, le persone come Margherita Hack sono tanto rare quanto indispensabili affinché il mondo  non sprofondi in una sorta di medioevo prossimo venturo, dove Dio non è più un punto di arrivo per chi cercando la verità spera di trovarlo al termine di un’onesta indagine, ma dove al contrario con le fattezze della teocrazia torna come nei tempi più oscuri della storia umana ad essere quel Dio che acceca la conoscenza, antitetico a qualsiasi indagine, sull’origine dell’universo e sui mattoni che lo costituiscono.

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