La scienza sostituisce la filosofia, le ultime teorie, una porta aperta sull’infinito.
Penso che la cosmologia assieme alla fisica e all’astrofisica vada oramai a sostituirsi o forse a meglio dire a completare la filosofia. Gli ultimi tentativi di dare una spiegazione a come funziona, a cosa è l’universo, non sono altro che i tentativi di trovare le risposte alle grandi domande della filosofia. Se l’approccio scientifico è come giustamente deve essere, materialista, ateo, disincantato e sopratutto sempre dubitativo, vero è che le ultime teorie sull’universo, trascendono quella percezione di una scienza con i piedi per terra. Al di là delle grandi fascinazioni che scatenano queste moderne postulazioni, è grande la sensazione di uno sconfinamento in ambiti filosofici se non addirittura religiosi, pur sempre di una religiosità atea o comunque agnostica, forse più legata a filosofie e religioni orientali, nelle quali demoni e santi sono solo metafore di una condizione umana, ma che ovviamente contemplano l’esistenza dell’anima.
Quando si parla di universi paralleli in quantità di 10 alla 500 esima, quando si tratta di principio di indeterminazione, del paradosso del gatto di Schrödinger, ecco che entriamo in un ambito che pur essendo ancora scienza sconfina da quella scienza fatta di materialismo per entrare nell’ambito delle possibilità per entrare in quella che un tempo era filosofia.
Quando grandi menti come Penrose postulano l’idea che i microtubili del cervello rispondano non più alla lineare fisica newtoniana ma alla ben più bizzarra meccanica quantistica, quando si parla di non località di microscopiche componenti del cervello, quando si potrebbe azzardare di discutere di non località della mente possiamo anche solo fantasticare su una idea di anima.
Continuando a mantenere un atteggiamento agnostico e pur con la certezza di spesso travisare certe teorie mi piace l’idea di lasciare una porta aperta su qualcosa di cosi metafisico, su una speranza che in qualche modo la mente umana sia un po’ più vasta del confine della scatola cranica, sempre comunque continuando a dubitare di questo e altro.