Facciamo una scommessa, che il 5 dicembre si parlerà di voto della paura, per la vittoria del Si. Se il popolo bue italiota colpisse ancora? Immaginiamo un dopo voto in cui i giornali titolano: “contro ogni pronostico vince il SI gli italiani hanno avuto paura per l’economia ed il lavoro”.
Dopo la Brexit e sopratutto l’elezione di Trump io mi aspetto di tutto, anzi sono quasi convinto, pur sperando fortemente di sbagliarmi, visto che io voterò convintamente NO, ma purtroppo troppe sono state le spiacevoli sorprese negli ultimi tempi e la vittoria del si alle modifiche costituzionali, non farebbe che confermare il trend in atto. La gente che vota in un certo modo si vergogna di ammetterlo, questo è il motivo per il quale i sondaggi vanno in una direzione poi puntualmente smentita dalla realtà, quasi sempre a mio avviso l’effetto ‘popolo bue’ si palesa quando si intravede un risultato che sembra quasi scontato, scontato sopratutto per i media, per la logica, a volte per il buon senso, qui nasce il senso di colpa per non essersi allineati al gregge e ne consegue il non ammettere la propria scelta se non ai risultati finali, quando il gregge intero ha palesato la sua scelta e non si è di conseguenza più in conflitto con la ‘maggioranza’ e ne viene meno il senso di colpa.
Il punto è che spesso i canali di informazione prendono preventivamente una direzione politica (non sempre in buona fede) magari all’inizio dettato veramente dall’opinione pubblica, senza però poi aggiustare il tiro nei tempi suessivi, condizionati da quello che gli psicologi chiamano: ‘confirmation bias’, ovvero la tendenza a considerare solo le informazioni che vanno a confermare la propria idea ed escludendo tutte quelle che la confuterebbero. I media esprimono quindi un trend di voto che però non è reale in quanto non tiene conto dell’evoluzione delle idee e sopratutto delle pressioni della paura sull’animo umano.
Spero fortemente di sbagliarmi, io voterò NO perché trovo sbagliata questa riforma sia nei contenuti che nelle modalità di attuazione ma negli ultimi decenni a partire da Berlusconi per finire con Trump troppe volte la realtà mi ha spiacevolmente sorpreso, faccio fatica a non essere pessimista e sopratutto non ho fiducia nei miei simili, sono troppo attaccati al loro piccolo orticello, non riescono a pensare al bene comune.